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  Estorsione, Indagato Arcivescovo Di Siena
Inchiesta Sulla Vendita Di Case. E Un Incendio Doloso in Curia

Il Corriere della Sera
September 20, 2007

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/19/
sarzanini_arcivescovo_siena.shtml

Firenze — Gestione del patrimonio immobiliare e incontri proibiti organizzati da sacerdoti. C'è un'altra inchiesta che coinvolge le gerarchie ecclesiastiche della Toscana. Mentre la procura di Firenze dispone nuovi accertamenti sull'attività del vescovo ausiliare Claudio Maniago, quella di Siena iscrive nel registro degli indagati l'arcivescovo Antonio Buoncristiani per estorsione. L'alto prelato viene coinvolto nell'indagine che ha già portato alla richiesta di rinvio a giudizio di monsignor Giuseppe Acampa, 38 anni, l'economo della Curia cittadina accusato di incendio doloso, calunnia e truffa. E adesso gli inquirenti fiorentini vogliono accertare se ci sia un collegamento tra le due vicende, soprattutto per quanto riguarda l'amministrazione degli immobili e del denaro della Chiesa.

L’arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani

L'INCENDIO DOLOSO — Comincia tutto il 2 aprile del 2006 quando un rogo divampa nella sede dell'Economato della Curia di Siena. Monsignor Acampa accusa un archivista di aver appiccato l'incendio, ma gli accertamenti della polizia delineano un quadro diverso. E alla fine è proprio lui a finire indagato. Secondo i magistrati avrebbe dato alle fiamme l'ufficio «con l'unica finalità di distruggere documenti attinenti operazioni finanziarie promosse dalla diocesi attraverso la Curia». Gli affari curati dal sacerdote vengono analizzati attraverso accertamenti bancari e patrimoniali. Si scopre così che il prelato ha venduto a un imprenditore veneto uno degli immobili ereditati dalla diocesi, «a prezzi molto inferiori a quelli di mercato». Come ricompensa per il favore si sarebbe fatto regalare «un'Audi A3 dal valore di 27.000 euro» e per questo viene accusato di truffa ai danni della Chiesa. Si scopre anche che avrebbe partecipato a incontri particolari con altri due preti. Le testimonianze di alcuni sacerdoti forniscono i dettagli. Nessun reato viene contestato per questi episodi, ma la sua immagine ne esce a pezzi. Alla fine di giugno arriva la svolta. Le intercettazioni telefoniche e ambientali svelano i tentativi che sarebbero stati fatti dall'arcivescovo di Siena per convincere i testimoni a ritrattare. Qualche giorno dopo Buoncristiani viene iscritto nel registro degli indagati per estorsione. Sospettato di aver indotto numerose persone «anche con mirate pressioni» a fornire una versione diversa da quella verbalizzata davanti ai pubblici ministeri. Nei suoi confronti sono ancora in corso gli accertamenti, le stesse autorità ecclesiastiche stanno valutando la situazione. Intanto esplode il caso di Firenze.

APPARTAMENTI E FESTINI —Dopo aver accertato che don Lelio Cantini, il parroco accusato di violenza sessuale su numerose ragazze minorenni, si era fatto consegnare dai fedeli denaro e proprietà, i pm hanno deciso di verificare eventuali «coperture» che per anni gli avrebbero garantito l'impunità. Le verifiche hanno consentito di stabilire che la curia fiorentina ha beneficiato di eredità e donazioni, arrivando a possedere almeno 2.000 immobili. Palazzi e terreni, accusano adesso due dipendenti e due sacerdoti, che il vescovo ausiliare Claudio Maniago avrebbe gestito in maniera disinvolta. «Ci minacciava intimandoci di non parlare della sua attività», hanno raccontato a verbale prima di accusarlo di non essere intervenuto per fermare don Cantini pur essendo perfettamente a conoscenza dei suoi illeciti.E di aver partecipato a festini a luci rosse, circostanza confermata da un uomo di quarant'anni che si è presentato in Procura lo scorso aprile per raccontare i dettagli di un incontro avvenuto dieci anni fa. «Dichiarazioni infamanti », secondo la Curia e l'arcidiocesi cittadina che hanno già annunciato di voler «procedere per vie legali di fronte ad incredibili affermazioni di presunti testimoni». Versioni da verificare, secondo imagistrati. Non nasconde irritazione per la fuga di notizie il procuratore Ubaldo Nannucci: «Si tratta di rivelazioni molto gravi per l'indagine, che spero non sia morta, ma è certamente compromessa».

 
 

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