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  Cosi ha funzionato la "ghigliottina ecclesiastica" nel passato applicata a casi ritenuti gravissimi

By Leon Bertoletti
Il Gazzettino
October 28, 2007

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Il girone dei sospesi, come lo chiamerebbe Dante, è piuttosto affollato. Così don Sante si trova in buona compagnia. Perché la ghigliottina ecclesiastica ha funzionato bene nella diocesi di Padova, nel passato recente e in quello remoto. Attenzione, però, a non prendere abbagli. Agli occhi del fedele inesperto, ogni sacerdote privato della facoltà di celebrare sembra in qualche modo sospeso a divinis. Nei fatti, invece, il decreto viene emesso soltanto in casi ritenuti gravi: anzi, gravissimi. Più di frequente ci si limita a provvedimenti simili nella sostanza, non nella forma. Tutti ricordano, dunque, la vicenda di don Ugo Moretto: sacerdote di Padova che dirigeva il Centro televisivo vaticano e gettò per amore una brillante carriera in abito talare. Ma fu lui stesso - come spiegò - a chiedere, nel novembre 2001, la riduzione allo stato laicale con la quale si avviarono le procedure di dispensa dagli obblighi sacerdotali.

Formalmente sospeso con un decreto del vescovo di Padova e poi con un atto congiunto dei vescovi di Fermo e San Benedetto del Tronto, datato 1 maggio 1993, fu invece il religioso sacramentino Rosario Gozzo, colpevole di risultare tra i seguaci del santone Gabriel Basmagi.

All' inizio degli anni Ottanta, anche don Albino Bizzotto ebbe qualche contrasto con la Curia. Al leader dei Beati i costruttori di pace, all'epoca apostrofato prete rosso, si contestava un eccesso di zelo pacifista che ancora oggi lo contraddistingue. È il clima clericale a essere mutato, più che l'energico sacerdote. Don Nello Castello e don Attilio Negrisolo vennero sospesi dal vescovo Girolamo Bortignon, nel dicembre 1959 per un mese e nel febbraio 1960 a tempo indeterminato, in quanto rei di credere a un santo vivente, Padre Pio. Il loro calvario si concluse il 21 aprile 1970, quando una sentenza della Sacra rota romana li riabilitò.

Risale infine all'11 ottobre 1666 la sospensione a divinis inflitta dal vescovo Gregorio Barbarigo a don Pietro Mazzoleni, il parroco di Bigolino (vicariato di Valdobbiadene) che si rifiutava di insegnare la dottrina cristiana. Ma questa è storia. Un'altra storia.

 
 

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