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  Sospeso a Divinis. «Ora Attendo LA Scomunica»
E Poi Parole Di Sfida: «Solo Atti Burocratici. Per Me Non Cambia Nulla: Resto Sacerdote E Vado Avanti Con LA Chiesa Dei Peccatori»

Il Gazzettino
October 28, 2007

http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Padova&Codice=3556735&Data=2007-10-28&Pagina=ABANO%20ESTE%20MONTAGNANA

Suspended a divinis. "I'm waiting to be excommunicated."

He is defiant. "It's only bureaucracy. Nothing changes for me. I remain a priest and I go ahead with the Church of the Sinners," said the Rev. Sante Sguotti.

Rev. Sante must have understood he had pulled the rope too much. Many seem to be tired of this story, starting with Bishop Antonio Mattiazzo who signed the decree for his suspension a divinis, and for all those parishioners who are tired of hearing Rev. Sante recite his script over and over again.

Even the hairdresser in whose shop Rev. Sante organized a press conference to respond to the decree showed discontent at seeing his salon occupied by 10 newsmen. The press conference didn't take place and people who waited for hours were disappointed.

Rev. Sguotti had lost time to prepare himself to go to some talk show. He has abandoned his battle to get back his position of parish priest. "I know that sooner or later I'll be excommunicated," he said at the door intercom at the rectory. "This will be a title I'll be proud to show when after my death I will have to deal with St. Peter," he said. He invited his parishioners to abandon him because the game had become particularly harsh. He is defiant. "It's only bureaucracy. For me nothing changes. I remain a priest and I will go ahead with the Church of the Sinners," he said.

The clergy is united in condemning the priest. The first is Rev. Brusegan, his substitute. "Now Rev. Sante is out of the church and I'll do all possible to impede him in celebrating religious functions, Eucharist means communion. He only wants disunion. Now the faithful are at a turning point: Either to follow the Catholic Church or they follow a dead branch," Rev. Brusegan said.

The suspension a divinis was sure to happen as it will be sure the priest will have to face the carabinieri if he doesn't abandon the parish's premises. Rev. Sante, since he held his first press conference, said he loved to play and his life has always been a game. Now the game is over and within a few weeks the priest could be defrocked or even excommunicated.

Ci sono corde che non si possono tirare all'infinito, ci sono linee di confine che una volta valicate non permettono più di tornare indietro. Ma forse don Sante Sguotti questo deve ancora capirlo. Ora a essersi stancati di questa storia sono in molti. A cominciare dal vescovo Antonio Mattiazzo che giovedì ha firmato il decreto di "sospensione a divinis" e, per finire, con tutti quei parrocchiani che sono veramente stanchi di sentire ripetere all'ex parroco di Monterosso il solito copione. Ma la sceneggiata è continuata anche ieri pomeriggio quando il parroco ribelle avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa per commentare la sua sospensione. Una conferenza stampa ospitata nel salone del parrucchiere (ma perché stupirsi dopo la conferenza stampa organizzata tra i banchi della chiesa parrocchiale?). Peccato solo che aveva fatto i conti senza l'oste. Senza chiedere cioè il permesso al titolare del negozio (l'Homo Aponus di viale Terme ad Abano), che chiaramente non si è dimostrato poi così contento di ospitare una decina di giornalisti nel suo salone.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata alle 16.30 quando don Sante Sguotti è arrivato e con atteggiamento da divo ha invitato tutte quelle persone che lo aspettavano da ore, ad attenderlo fuori del salone mentre lui si faceva bello, pronto per partire alla volta di un qualche talk show stile Buona Domenica. E la conferenza stampa non c'è stata. Ma forse don Sante non ha ancora capito che in questa condizione non può permettersi il lusso di dettare regole. Ora la battaglia che a suo dire gli avrebbe dato ragione e l'avrebbe riportato a Monterosso come parroco (il ricorso contro il decreto di rimozione del vescovo) è stata abbandonata. «So già che prima o poi mi arriverà la scomunica - sono le poche parole pronunciate da don Sante dal citofono della canonica - sarà questo il titolo che esibirò con maggiore fierezza quando, una volta morto, dovrò fare i conti con San Pietro».

E poi il religioso ha invitato i parrocchiani ad abbandonarlo perché il gioco si sta facendo duro. E contemporaneamente lancia parole di sfida: «Solo atti burocratici, per me non cambia nulla; resto sacerdote e vado avanti con la Chiesa dei peccatori».

Mentre il mondo clericale è d'accordo nel condannare il prete ribelle. A partire da don Giovanni Brusegan che a Monterosso è arrivato proprio per sostituire don Sante dopo la sua rimozione.

«Ora don Sante è fuori dalla Chiesa e io farò di tutto per impedirgli di celebrare le funzioni religiose - ha spiegato; - la Chiesa cattolica celebra l'Eucaristia, cioè la comunione, lui non farebbe altro che celebrare la disunione. Ora i fedeli che l'hanno seguito sono ad un bivio: o aderire alla Chiesa cattolica o seguire questo ramo secco».

D'altra parte la "sospensione a divinis" era certa ormai, così come è certo che se l'ex parroco di Monterosso non si deciderà a breve a liberare i locali della comunità (ai quali non dovrebbe più avere accesso) la curia di Padova sarà costretta a chiedere l'intervento dei carabinieri. Fin dalla prima conferenza stampa don Sante Sguotti si è divertito a spiegare che la sua vita è sempre stata un gioco e che amava la provocazione, ma ora il tempo del gioco è terminato e tra poche settimane l'ex parroco di Monterosso potrebbe essere ridotto allo stato laicale o essere addirittura scomunicato.

 
 

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