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  " Usiamo Gli Aiuti Per Il Bene Comune"

By Curzio Maltese
La Repubblica
November 28, 2007

http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/chiesa-commento-mauro/aiuti-bene-comune/aiuti-bene-comune.html

L'inchiesta di Repubblica sui costi della Chiesa per i contribuenti italiani ha suscitato un numero e una varietà incredibile di reazioni, dal "finiamola" del segretario di stato vaticano alle campagne d'insulti di Avvenire e Famiglia Cristiana. Tranne, finora, la più ovvia: la richiesta di un dialogo per chiarire il proprio punto di vista, come ha fatto padre Caesar Atuire.

Nato quarant'anni fa in Ghana, ordinato sacerdote soltanto da dieci, dopo gli studi in ingegneria a Londra e una laurea in filosofia all'università pontificia, Padre Atuire occupa da sei mesi, per incarico del cardinale Camillo Ruini, un ruolo chiave: amministratore delegato dell'Opera Romana Pellegrinaggi, la più importante organizzazione di pellegrinaggi in Vaticano, una delle attività della Santa Sede, che gestisce milioni di presenze ogni anno. Potrebbe fare il ministro in qualsiasi stato europeo, parla una mezza dozzina di lingue, ha un campo di conoscenze che spazia dalla storia medievale alle più aggiornate tecniche di marketing. Unico difetto per un politico di successo, almeno in Italia, lo spiccato sense of humour.


Da dove vogliamo cominciare padre Atuire? Da Luciano Moggi?

"Ok, da Luciano Moggi"

Il vostro testimonial nel volo a Lourdes d'inaugurazione dell'accordo fra Opera Romana Pellegrinaggi e Mistral Air, in prima fila accanto al cardinal Ruini. Nega che ci fosse?

"No, era a Lourdes ma nego che fosse sul volo inaugurale di Mistral Air e quindi, tanto meno, un testimonial. Non cerchiamo testimonial".

Che cos'altro contesta all'inchiesta?

"Le cifre. Cinque milioni di presenze turistiche gestite dal Vaticano ogni anno, lo prendo come un augurio. Dove ha preso questi dati?"

Dal Wall Street Journal, ripreso dal Sole 24 Ore.

"Beh, il Wall Street Journal sarà serio ma non è la Bibbia"

Sui dati economici è più attendibile della Bibbia.

"A parte questo, non sono d'accordo con chi sostiene che il turismo religioso goda di privilegi fiscali, sfrutti il lavoro nero e precario, non paghi le tasse e danneggi la concorrenza"

Molte case religiose, diventate dopo il Giubileo veri e propri alberghi con sito Internet, sfruttano il lavoro volontario o precario. Non trova contraddizione con la denuncia di Benedetto XVI contro il precariato, piaga sociale?

"Per quanto ci riguarda, il nostro personale è regolarmente assunto. E' vero che dipendiamo dal Vaticano e non ci sono sindacati, ma questo non significa negare le tutele ai dipendenti. Da noi la maternità è tutelata per tre anni, per fare un esempio. In generale la Chiesa è un datore di lavoro molto comprensivo. Una volta chiesero a Giovanni XXIII: quanta gente lavora in Vaticano? E lui rispose: la metà"

E per quanto riguarda le esenzioni fiscali, l'Ici non pagata, la rivalorizzazione degli immobili grazie anche ai contributi pubblici?

"L'Opera Romana Pellegrinaggi non gestisce immobili. Noi utilizziamo strutture turistiche, in Italia ed altrove, per i nostri pellegrini e, in tutti questi casi, paghiamo le tasse e l'Iva come prescritto dalle leggi dei diversi Paesi".

Con tutta la buona volontà riesce difficile pensare che non abbiate rapporti con l'Apsa.

"Ma è la verità. Se occupiamo una struttura di proprietà dell'Apsa, la paghiamo come un altro cliente e, ribadisco, l'Opera Romana non gestisce immobili ma servizi".

Vogliamo uscire dalla polemica sui dati e affrontare una questione più ampia? In cambio di questi privilegi e contributi pubblici che cosa in concreto voi offrite agli italiani?

"Premetto: privilegi, non ne abbiamo, ma contribuiamo con un grande lavoro per rilanciare il turismo in Italia. Si parla molto del turismo come risorsa economica, garanzia per la tutela dell'ambiente e della qualità della vita, eccetera. Ma quali sono i dati concreti? L'Italia era la prima meta al mondo e ora è scesa al quinto posto, con il rischio di scendere ancora nella classifica mondiale. Non esiste una vera politica nel settore, come non esiste un ministero del turismo. L'offerta italiana rimane imperniata sul mare e la montagna, che sono poco concorrenziali sul mercato. Nel Mediterraneo, penso alla Croazia e all'Egitto, ed anche per i paesi alpini, esistono alternative con un buon rapporto fra qualità e prezzo. La vera ricchezza inestimabile, inimitabile e largamente sottovalutata, è la piccola Italia dei mille meravigliosi borghi, spesso lasciati andare in rovina. Il recupero dei cammini dei pellegrini è uno strumento per salvarli e per creare opportunità, lavoro, conoscenza. Il pellegrinaggio è un turismo lento, gentile, rispettoso dell'ambiente e della tradizione dei territori. Pensoso, come dice il sonetto di Dante: "Deh, peregrini che pensosi andate..." E in più è un movimento in enorme crescita. Il nostro progetto di recupero delle antiche vie Francigene può attirare milioni di persone e perfino superare in pochi anni il cammino di Santiago. Tutto questo le pare un vantaggio da poco per l'Italia? Di più, per l'Europa? A me non interessa alimentare la polemica sull'inserimento delle radici cristiane nella costituzione europea; voglio ribadire che il pellegrinaggio è stato per secoli l'unico modo degli europei di conoscersi, incontrarsi, parlarsi nei brevi intervalli fra una guerra e l'altra".

Il quadro che lei traccia del turismo religioso è vero nella sostanza ma un po' idealizzato. Con franchezza, sono stato a San Giovanni Rotondo, al santuario di Padre Pio, e non l'ho trovato un luogo pensoso, semmai una macchina per far soldi.

"La stupirà ma anche noi, e la Chiesa, dobbiamo guardarci da chi vuole sfruttare i luoghi santi ed i fedeli solo per motivi economici. Noi ci sforziamo di ripetere alla nostra gente di non fidarsi, di non cercare amuleti, simboli. Il senso di un cammino di pellegrini è altro, è la ricerca di un'esperienza umana e spirituale. Quante volte a Lourdes abbiamo detto che non è certo l'acqua che fa i miracoli. E questo vale per ogni altra meta, da Fatima a Guadalupe. In questo senso i nostri pellegrinaggi al santuario di Padre Pio seguono ben altri percorsi che l'affannosa ricerca di souvenir e la corsa alla reliquia, vera o falsa. Sono piuttosto i privati a speculare in maniera a volte indegna".

Neppure nei luoghi dove avete un maggior controllo, per esempio la Terra Santa, sono mancate le polemiche, sia pure non di questa natura. Il governo israeliano vi accusa di pretendere privilegi fiscali ed esclusivi, come nella scelte delle guide.

"Con il governo israeliano abbiamo buoni rapporti. La verità è che la presenza dei pellegrini rappresenta la prima fonte di sostentamento economico per i palestinesi; portare i fedeli a Betlemme, magari a comprare oggetti nelle botteghe artigiane, vuol dire dare lavoro, in varie forme, ai palestinesi. A parte questo, è vero che noi utilizziamo le nostre guide: le abbiamo formate, sono cattolici che spiegano ad altri cattolici, andati laggiù per conoscere i luoghi della Bibbia e del Vangelo e non interessate a prendere posizioni unilaterali sui conflitti arabo-israeliani, anzi, il nostro tentativo è di essere messaggeri i pace in Terra Santa".

Padre Atuire, lei è nato in Africa, ha vissuto in Inghilterra, Irlanda e Spagna, conosce bene la Germania e ha viaggiato in tutto il mondo. Non trova che rispetto agli altri Paesi, anche cattolici, il rapporto fra lo Stato e la Chiesa in Italia sia pieno di ambiguità, confusione di ruoli, privilegi scambiati all'insaputa dei cittadini, magari a fin di bene ma senza alcun controllo democratico e circondati da un silenzio un po' sospetto?

"Naturalmente, non la vedo così ma, come straniero, non è facile comprendere la storia e la natura dei rapporti che si sono generati nel tempo. Quello che vedo è che, mentre in altre nazioni europee c'è uno stato di welfare più evoluto, in Italia l'assistenza ai poveri e l'accoglienza degli immigrati finiscono per essere delegate alla Chiesa, alle diocesi e alle parrocchie. I rapporti tra la Chiesa e lo Stato in Italia sono regolati dal Concordato ma questo non è l'unico modello esistente al mondo. Il modello tedesco funziona. Il modello americano anche. Nutro grande ammirazione per la storia dell'Italia. Non c'è dubbio che in molti altri Paesi, inclusi quelli non cristiani, ci sia un'autotassazione volontaria per il culto. L'Italia ha una storia unica, ad esempio in altri Paesi non troviamo una nazione nata dalla cancellazione di uno stato pontificio. Per questo, ed altri motivi, c'è chi tende a percepire la Chiesa ancora come un'istituzione politica piuttosto che come una realtà facente parte della vita dei cittadini. In ogni nazione ci sono delle motivazioni storiche che hanno portato alla determinazione di questi modelli. Se poi ci sono delle motivazioni concrete, è onesto intellettualmente valutare le situazioni senza pregiudizi per il bene di tutti"

Per arrivarci bisognerebbe riscrivere il Concordato

"Non lo so, so che bisogna dialogare e non urlare"

Non so quanto la sua posizione sia condivisa fra le gerarchie cattoliche.

"Non lo so neanch'io, ma poi è proprio sicuro che la sua posizione sia tanto più condivisa nel mondo laico italiano?"

No, ma si potrebbe cominciare un dialogo.

"In Italia si ha l'impressione che una discussione normale, civile, stia diventando sempre più difficile. C'è sempre qualcuno da qualche parte con uno stampino pronto a etichettare tutto. Dici una cosa e immediatamente sei clericale. Ne dici un'altra, anticlericale, e così via, fascista, comunista, eccetera. Per secoli laici e cattolici hanno dialogato. Io sono favorevole al recupero delle vie dei pellegrini, non delle crociate".

Journalist Curzio Maltese interviewed Monsignor Atuire, director of Opera Romana Pellegrinaggi, the Vatican world-wide travel company.

The headline is ""WE USE THE HELP FOR THE COMMON GOOD, ITALY COULD BE GRATEFUL TO THE CHURCH"

After a series of articles about how much the Catholic church is costing Italian taxpayers, this journalist gathered reactions, especially one from the Vatican Secretary of State who said, "Let's stop it." Monsignor Atuire was willing to be interviewed on the subject. He is a 40-year-old native of Ghana who became a priest 10 years ago after studying to be an engineer in London and receiving a degree in philosophy from the Pontifical University. Cardinal Camillo Ruini made him CEO of the Opera Romana Pellegrinaggi six months ago. This is a travel business that serves millions of pilgrims each year. He could be a member of any government in Europe, he speaks half a dozen languages and he is learned in subjects varying from medieval history to the most updated marketing techniques. His only defect, at least for a politician in Italy, is that he has a high sense of humor.

His answers to the charges of the journalist are as follows:

1) It's not true that Luciano Moggi, a very known businessman with a bad reputation, was one of the patrons of the Opera Romana Pellegrinaggi.

2) It wasn't true that, as the Wall Street Journal wrote in the recent past, the number of pilgrims who travel with the Opera Romana Pellegrinaggi reaches 5 million a year.

3) He doesn't share the view that religious tourism gets fiscal privileges, uses unpaid or underpaid workers, doesn't pay taxes and damages fair competition.

4) He recognizes the workers rights, even if they have no trade union affiliates. Maternity leave is guaranteed up to three years. The workers are not exploited and as John XXIII said once, responding to the question,"How many people work in the Vatican?" He answered "half of them."

5) As to real estate tax evasion he denies it, for they use normal touristic structures in Italy and everywhere and they pay taxes according to the laws. They don't run real estate but they only offer services.

6) He says there are no privileges and that his work is also meant to help tourism in Italy, which was in the past the first country in the world for tourism but that it has now descended to fifth place. Italy hasn't a real tourism policy. Only sea and mountain resorts are being publicized but other countries like Croatia and Egypt can offer the same at a lower price. The real underestimated and inimitable treasures of Italy are the many little medieval towns, often abandoned or not sufficiently evaluated. The Opera Romana Pellegrinaggi wants to restore those places, in favor of Italy and Europe too. Pilgrimages were for centuries the only way Europeans could know each other, meet each other, speak to each other, in the brief intervals between the wars.

7) He denies they sell false reliquaries, like amulets or fake symbols. Pilgrims are warned in Fatima, Guadalupe and Lourdes that it's not the water which makes miracles. He says it's the private businessmen who make those kind of speculations.

8) It's not true, like Israel's government says, that we want fiscal or exclusive privileges in the Holy Land. The truth is that the primary source for the Palestinians is the presence of the pilgrims in Bethlehem and our bringing them there to buy things in the local artisan shops is the only way for the people to survive. It's true we want to use our guides, because they are trained as Catholics who explain to other Catholics who want to know the places described in the Bible and the New Testament and they are not interested to assume unilateral positions on the Israeli-Palestinian conflict. On the contrary, they want to be messengers of peace in the Holy Land.

9) He says that the ambiguity and confusion of the roles between state and church in Italy is due to the past history. In other countries, people give their money voluntarily to their church. But in Italy the Vatican state was born after the cancellation of the temporal powers which had been previously exercised by the church. Then there was the signing of the Concordato (The Accord) between Mussolini and the Pope. In Italy, he says there is a kind of conviction that the church is a political institution more than a reality regarding all its citizens. In each country there are historical facts and motivations which brought to the way in which the presence of the church is perceived. He says it would be intellectually honest, however, if there were concrete problems to be solved, to face them with no prejudice and for the common good.

10) He doesn't know if the Concordato must be rewritten but he only knows that dialogue instead of shouting is very important.

11) He doesn't know if his position is shared by the other Catholic hierarchies as well as the journalist can't be sure that his positions are shared by the Italian laity.

The journalist responds he is not sure, too, but that a dialogue can begin. The answer of Monsignor Atuire is that, "In Italy a normal and civil discussion is becoming very difficult. There is always someone ready to brand everything. If you say something you can be branded as a 'clerical.' You say another thing you can be branded 'anti-clerical' and so on for the words fascist, communist etc." For centuries, he says, secular and Catholic people have had a dialogue. "I'm favorable to the recuperation of the pilgrims' streets, not to the crusades.", he concludes.

 
 

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