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  Sestri Ponente, Altri Insulti a Don Seppia

Lettera 43
May 22, 2011

http://www.lettera43.it/attualita/16599/sestri-ponente-altri-insulti-a-don-seppia.htm


Nuove scritte sulla facciata della chiesa dello Spirito Santo di Sestri Ponente (una comunità omertosa: leggi) contro don Riccardo Seppia (il trasferimento in carcere chiesto il 21 maggio: leggi), il parroco arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di abuso su minore e cessione di stupefacente. «Infame di m***a, infame bastardo, i bambini non si toccano», sono le scritte realizzate con vernice spray di colore blu. Ignoti le hanno realizzate nella notte fra il 21 e il 22 maggio.

ALTRI ATTACCHI IN SETTIMANA. La facciata della chiesa era da poco stata ridipinta dopo che già nei giorni scorsi era stata imbrattata di scritte contro il sacerdote, sospeso dalla Curia dopo l'arresto e interrogato per oltre cinque ore il 21 maggio dai magistrati che indagano sulla vicenda.

LA FIRMA SUGLI INSULTI. Le scritte contro don Riccardo Seppia (ossessionato dal sesso: leggi il parere del Gip) sono state subito rimosse dalla facciata della parrocchia dello Spirito Santo a Genova, nel quartiere di Sestri Ponente.

Poco prima della Messa delle 11 del 22 maggio, infatti, tre imbianchini hanno riverniciato le scritte cancellando gli insulti nei confronti del prete accusato di abuso su minore e cessione di stupefacenti.

In mezzo alla strada, sull'asfalto, il simbolo di Forza Nuova, forse la firma delle scritte realizzate questa notte.

Nell'omelia la benedizione del Papa

«La Chiesa vi è vicino». Sono le parole con cui don Stefano Moretti ha concluso la celebrazione della Messa nella parrocchia dello Spirito Santo, a Sestri Ponente, ancora sconvolta per l'arresto del suo parroco, don Riccardo Seppia, accusato di abuso su minori e cessione di stupefacenti.

Il sacerdote, mandato a celebrare l'eucarestia dalla Curia, ha portato ai fedeli la benedizione del Papa. «Mi faccio strumento», ha detto, «e vi porto la benedizione del Santo Padre che giovedì 19 maggio, nella giornata di Santificazione sacerdotale, ci ha impartito il cardinale Angelo Bagnasco».

«DIO È DALLA NOSTRA PARTE». Don Stefano, che è viceparroco nella vicina chiesa di San Giovanni Battista, non ha mai citato don Riccardo e la dolorosa vicenda del suo arresto. Ma nel corso della Messa, richiamandosi alle letture della quinta domenica di Pasqua, ha invitato più volte i fedeli ad avere speranza nel Signore. «Non dobbiamo temere», ha detto, perché il signore è dalla nostra parte e niente può bloccare il suo amore, per quanto le tenebre siano oscure e l'inferno vasto».

LA PREGHIERA A SANTA RITA. Al termine dell'omelia, don Stefano ha poi affidato le anime dei parrocchiani a Santa Rita, di cui oggi ricorre la celebrazione, e ha rivolto loro un appello: «Non sia turbato il vostro cuore perché con il Signore o senza tutto cambia. E noi vogliamo essere con te».

Lo sgomento dei parrocchiani

Agli occhi della maggior parte dei suoi parrocchiani era «una bravissima persona e un prete irreprensibile». A una settimana dal suo arresto per abuso su minori e cessione di stupefacenti, gli abitanti del quartiere di Sestri Ponente, a Genova, che frequentano la chiesa dello Spirito Santo si interrogano sul vero volto di don Riccardo Seppia.

«Dottor Jekyll e Mr Hyde», come lo ha descritto un'anziana fedele prima di entrare in chiesa per la messa della domenica. «Cosa volete che vi dica? Siamo sconvolti», ha commentato un signore con il rosario in mano che cammina a passo svelto davanti agli insulti scritti nella notte sulla facciata della parrocchia. «Ma vi sembra possibile tutto questo?», ha aggiunto indicando proprio quelle scritte. «La nostra comunità è ferita» ha sottolineato «e questi insulti non ci fanno certo piacere». «Perché non li vanno a scrivere davanti al carcere, dove è detenuto? Noi cosa c'entriamo con tutto questo» ha affermato un'altra fedele con la voce alterata dalla rabbia e dal dolore di un quartiere che non trova pace. «Io sono nata qui e, anche se ora abito da un'altra parte» ha spiegato una signora «sono venuta alla messa per partecipare alla sofferenza di questa comunità».

 
 

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