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  Don Seppia, Quei 38 Sms Di Fuoco Nuovo Interrogatorio in Carcere

LA Repubblica
June 4, 2011

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Don Riccardo Seppia

Messaggi hard tra don Seppia e l'ex seminarista inviati da un locale di Milano: "Dai portami dei bambini", oppure "Te gusta la coca?", "Ho la roba, vuoi venire?". Il giudice incontra il sacerdote rinchiuso per tentata violenza sessuale su minore e cessione di droga a maggiorenni: "Non ho mai indotto minorenni alla prostituzione"

Don Riccardo Seppia si è sdraiato sui grandi letti del circolo gay Illumined in zona Stazione Centrale a Milano, per inviare sms dal contenuto sessuale ad Emanuele Alfano. Gli stessi che la procura di Milano nel 2009 aveva sequestrato insieme al locale, perché durante un controllo erano state pizzicate persone a far sesso di gruppo.

È quanto emerso al tribunale del Riesame a Milano, quando l'ex parroco della chiesa di Santo Spirito in via Calda ha rievocato quei momenti. Trentotto messaggini in una sera inviati all'ex seminarista. "Dai portami dei bambini", scriveva all'amico che in quel momento si trovava a Palermo e rispondendo si diceva dispiaciuto perché non poteva esserci. La discussione davanti al tribunale del Riesame a Milano, si è incentrata sulla questione della cessione della droga, perché per tutto il resto le contestazioni sono state superate dalla seconda ordinanza. L'avvocato di fiducia del sacerdote, Paolo Bonanni, ha chiesto la scarcerazione per questo reato o quantomeno l'attenuazione della misura cautelare.

Nei messaggi che sono stati "intercettati" su Facebook è emerso, secondo la difesa, che don Seppia ha solo parlato di droga, ma che la cessione ai minori non si è mai concretizzata. "Te gusta la coca?", "Ho la roba, vuoi venire?", per l'avvocato non sono prove che stabiliscono che il suo assistito abbia mai dato sostanze stupefacenti a minori. In ogni caso, quei messaggi sono stati inviati in un momento in cui il parroco si dice "strafatto".

Stamattina, trasferito a Marassi dal carcere di Sanremo, dove si trova rinchiuso nella sezione speciale "sex offenders", il sacerdote è stato nuovamente interrogato dal giudice. "Ho chiamato quel ragazzino albanese, gli ho detto di venire da me. Ma alla fine ho desistito perché ho avuto paura". Don Riccardo Seppia ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Annalisa Giacalone.

Don Seppia, assistito dall'avvocato Paolo Bonanni, ha "ripercorso tutti i fatti contestati - ha spiegato il legale al termine dell'interrogatorio - fornendo indicazioni utili per la difesa. In particolare ha chiarito di aver desistito dall'intento di avere un rapporto sessuale a pagamento con un minore albanese".

A dimostrare la tesi del parroco ci sarebbe una telefonata tra lui ed Emanuele Alfano, l'ex seminarista suo complice e confidente, in cui Don Seppia dice chiaramente di avere avuto paura e di aver annullato l'impegno con il diciassettenne albanese temendo di essere scoperto o visto da qualcuno. Don Seppia ha ribadito inoltre di non aver mai ceduto stupefacenti a minorenni, di averla offerta ma solo in un momento di "delirio" indotto dalla droga.

Seppia era accusato di violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti. In seguito ai nuovi accertamenti, è caduta l'accusa di violenza sessuale su minore, divenuta tentata violenza sessuale su minore. Don Seppia è stato inoltre indagato per tentata induzione alla prostituzione minorile, offerta di droga e minori, detenzione di materiale pedopornografico e una cessione di droga ad un maggiorenne. Per i primi tre reati il gip Annalisa Giacalone ha disposto la custodia cautelare in carcere.

 
 

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