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Adescavano i minori e pagavano per sesso prete tra i 3 arrestati

Gazzetta del Mezzogiorno
April 21, 2015

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POTENZA – Con l’accusa di aver adescato, attraverso un social network, minorenni, pagati per consumare rapporti sessuali, tre persone sono state poste agli arresti domiciliari nell’ambito di un’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Policoro (Matera) coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza.

Il gip del capoluogo lucano ha inoltre emesso un provvedimento di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre cinque persone. Le otto persone indagate sono "residenti – è spiegato in un comunicato diffuso dalla Procura di Potenza – in varie località del territorio nazionale".

Secondo quanto si è appreso, le indagini sono cominciate nel 2013, a Nova Siri (Matera) dopo la denuncia fatta dalla sorella maggiorenne di un ragazzino, preoccupata da alcuni appuntamenti presi dal fratello con persone adulte conosciute su internet. Ascoltato dagli investigatori con l’ausilio di una psicologa infantile, il ragazzino ha raccontato di aver conosciuto diverse persone adulte, di aver preso appuntamento e di aver consumato con loro rapporti sessuali.

C'è anche un prete, Don Antonio Calderaro, parroco della chiesa di San Giuseppe a San Costantino di Rivello (Potenza), tra le tre persone arrestate e poste ai domiciliari. È stato sospeso "a divinis" ed esonerato dalle funzioni e da ogni attività sacerdotale dal vescovo della Diocesi di Tursi-Lagonegro, monsignor Francesco Nolè, il quale ha conferito l’incarico all’avvocato Nicola Gulfo "per l'esperimento di ogni azione a tutela dell’immagini della Diocesi medesima".
"Profondamente sorpreso e addolorato – scrive in un comunicato monsignor Nolè – dalla notizia del fermo giudiziario di don Antonio Calderaro, accusato dall’ignobile e umiliante reato di abuso su minore, il primo pensiero di richiesta di perdono e di sostegno morale e spirituale va alla vittima e alla sua famiglia, riservandomi di incontrarla al più presto per una vicinanza più concreta e solidale".

Monsignor Nolè ha "invitato i Cristiani della Diocesi a pregare per la sua vittima e per la sua famiglia, per don Antonio Calderaro e per tutti noi sacerdoti, perchè il Signore ci mantenga fedeli alla nostra vocazione di servire lui e i fratelli in comunione tra di noi e con una vita coerente al Vangelo".




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