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Morto in Vaticano ex vescovo Wesolowski. Era accusato di pedofilia

Corriere della Sera
August 28, 2015

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_agosto_28/morto-vaticano-ex-vescovo-wesolowski-era-accusato-pedofilia-771327f8-4d5d-11e5-816c-ead72dc4bf5c.shtml


È morto in Vaticano l’ex arcivescovo polacco Jozef Wesolowski, che era sotto processo per atti di pedofilia commessi a Santo Domingo, dove era nunzio apostolico, e detenzione di materiale pedopornografico. Il processo all’ex presule era stato sospeso lo scorso 11 luglio a seguito di un malore che lo costrinse ad un ricovero in terapia intensiva. L’ex nunzio della Repubblica dominicana, nel 2014 era stato rimosso per volontà di papa Francesco ed era anche stato il primo cittadino alla sbarra per abusi su minori nello Stato della Città del Vaticano.

Il comunicato della Santa Sede

La notizia della morte di Wesolowski è stata confermata dalla Santa Sede. «Alle prime ore di venerdì mattina - afferma un comunicato della sala stampa vaticana - è stato trovato defunto nella sua abitazione in Vaticano Jozef Wesolowski. Subito intervenuta l’autorità vaticana per i primi accertamenti, i quali indicano che la morte è dovuta a cause naturali. Il Promotore di Giustizia ha ordinato un’autopsia, che sarà effettuata oggi stesso e i cui risultati saranno comunicati appena possibile. Il Santo Padre è stato doverosamente informato di tutto».

Le accuse

Jozef Wesolowski era agli arresti domiciliari da circa un anno nel palazzo del Tribunale in piazza Santa Marta, dove hanno sede la Gendarmeria e il Collegio dei Penitenzieri a due passi dalla residenza di papa Francesco. Era a processo per cinque accuse: detenzione di materiale pedopornografico e abusi sessuali su minori, ricettazione (per aver acquistato o ricevuto il materiale pedopornografico), lesioni gravi (per il perturbamento mentale provocato agli adolescenti) e condotta che offende la religione e la morale cristiana.

Le indagini

Il vescovo nel 2014, era stato sorpreso a Santo Domingo in una zona di prostituzione minorile. Fu quindi destituito e richiamato a Roma. Un «motu proprio» di Francesco nel 2014, estese la competenza del Tribunale vaticano ai diplomatici, segno della disponibilità della Santa Sede a collaborare con altre autorità giudiziarie. Dalle indagini, venne fuori che il nunzio allora 66enne, custodiva oltre centomile file con foto e filmini pornografici: immagini scaricate da internet e fotografie che le stesse vittime erano state costrette a scattare. Una galleria degli orrori che in parte conservava anche sul proprio pc portatile.




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