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P. Lombardi: la Chiesa ha a cuore la protezione dei bambini del mondo

Radio Vaticana
September 28, 2015

http://it.radiovaticana.va/news/2015/09/27/p_lombardi_la_chiesa_ha_a_cuore_la_protezione_dei_bambini/1175242

Il Papa con una famiglia africana

[with audio]

[Father Lombardi: The church has at heart the protection of children in the world.]

La sollecitudine della Chiesa per tutti i bambini del mondo e per la loro protezione nell’incontro del Papa con le vittime di abusi non solo ad opera di membri della Chiesa, ma di famigliari e persone loro vicine. A sottolineare questo aspetto è il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi commentando il fuori programma di ieri a Philadelphia. E poi l’attenzione dei detenuti e la centralità del tema della famiglia, lungo l’intero viaggio del Papa negli Stati Uniti. Ma sentiamo padre Lombardi al microfono di Massimiliano Menichetti:

R. – Quello che è stato caratteristico dell’incontro di questa mattina è che non  è stato solo con vittime di violenze compiute dal clero o in istituzioni cattoliche, ma più ampiamente. Noi sappiamo che la massima parte degli abusi sessuali, o degli abusi nei confronti dei minori, non avviene da parte di preti né in istituzioni cattoliche, ma in altri luoghi. Allora, il Papa ha allargato la prospettiva: le persone che ha incontrato quest’oggi rappresentavano in qualche modo anche le altre situazioni. Ma la Chiesa si fa carico di tutte queste situazioni. Non solo naturalmente è molto addolorata delle colpe di membri specifici della Chiesa nella loro grave responsabilità, ma è responsabile del bene di tutti i bambini del mondo e quindi cerca di dare un contributo in questo senso. La sua esperienza, il suo approfondimento dei temi della prevenzione, della tutela dei minori, devono essere messi a disposizione della società nell’insieme, anche degli altri, delle altre confessioni religiose, delle altre istituzioni, dei popoli di un’altra religione. Pensiamo ai milioni e milioni di bambini abusati che ci sono in India, per esempio: non sono cattolici, non sono il frutto di violenze di nessun cattolico in nessun modo, ma noi ci dobbiamo preoccupare anche di loro e, quindi, proporre una cultura della protezione dei minori, del rispetto dei minori e dei più piccoli in tutte le dimensioni.

D. – La visita ai detenuti: com’era il clima?

R. – Il clima era molto intenso. Naturalmente noi non potevamo aspettarci dai detenuti espressioni clamorose di entusiasmo, di movimento, che suppongono una spontaneità di situazione che non è quella dei detenuti. Si vedeva, però, che erano molto attenti e molto commossi. Quando il Papa, poi, è passato a salutare ognuno di essi, evidentemente si sono aperti anche con le loro piccole comunicazioni e hanno sentito la vicinanza umana e spirituale molto grande del Papa.

D. – Ieri la festa con le famiglie, oggi la Messa conclusiva. Come il Papa sta vivendo questo incontro con le famiglie?

R. – Questo era il motivo per cui lui ha deciso di fare questo viaggio. Quindi lo sta vivendo come arrivare alla meta di questo lungo viaggio che si è avvicinato, ricordando il tema della famiglia in tutti i suoi momenti. Anche se a volte con discrezione, o poteva sembrare marginalmente, in realtà era il movente principale per cui lui si era mosso da Roma. Vive, quindi, adesso questo incontro che è poi anche l’incontro di maggiori dimensioni come incontro popolare. Le altre Messe qui negli Stati Uniti volutamente erano mantenute per una comunità più ristretta, perché si voleva fare qui a Philadelphia il grande incontro. E questo avviene certamente nella gioia. Mi pare che il clima di queste giornata sia come deve essere quello di una festa.




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