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Colpi di scena al processo dell’ex prete di Rozzano accusato di pedofilia In evidenza

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December 18, 2017

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Il processo a carico di don Mauro Galli, l’ex prete di Rozzano e Legnano accusato di pedofilia, si sta celebrando al Tribunale di Milano

[Google Tranlsate: Do not miss the twists in the trial against Don Mauro Galli, the former priest of Rozzano and Legnano accused of pedophilia for alleged abuses on a boy, who is celebrating at the Court of Milan. There are two innovations that emerge from the trial. The first concerns the family of the victim who would have withdrawn the civil partnership. The reason? One hundred thousand euros would be credited as compensation. The problem is that it is still not clear who has paid them.]

La Diocesi accusata di “omessa vigilanza” e intanto nei giorni scorsi alla famiglia sono stati versati 100mila euro perché ritiri la costituzione di parte civile

Non mancano i colpi di scena nel processo a carico di don Mauro Galli, l’ex prete di Rozzano e Legnano accusato di pedofilia per presunti abusi su un ragazzino, che si sta celebrando al Tribunale di Milano.  Sono due le novità che emergono dal dibattimento. La prima riguarda la famiglia della vittima che avrebbe ritirato la costituzione di parte civile. Il motivo? Le sarebbero stati accreditati centomila euro come risarcimento. Il problema è che non è ancora chiaro chi li abbia versati.

Il silenzio

La seconda novità riguarda la diocesi milanese. Dalle carte raccolte dagli investigatori e consegnate ai giudici, emergerebbe il coinvolgimento di Mario Del Pini e Pierantonio Tremolada, arcivescovi di Milano e di Brescia. Secondo l’accusa, entrambi sapevano quel che combinava Mauro Galli ma tutti e due prima hanno taciuto, poi hanno permesso che il prete pedofilo continuasse la sua attività a contatto con i bambini.

Invito a…

La vicenda ha inizio del 2011. Un quindicenne conosce don Mauro Galli e, qualche settimana dopo, il prete lo avrebbe convinto a dormire con lui nel letto matrimoniale di una casa di proprietà della chiesa di Sant’Ambrogio a Rozzano dove don Galli abitava. La violenza sarebbe avvenuta a conclusione di una giornata di studio e di preghiera. Già il giorno dopo, a scuola, gli insegnanti del ragazzo si accorgono che c’è qualcosa che non va e allertano la sua famiglia.

Gestire l'emergenza

I genitori indagano, il figlio sconvolto racconta. Il problema è che, invece che dai carabinieri a denunciare la violenza, vanno dal parroco. È l’antivigilia di Natale. A Rozzano arriva Del Pini, arcivescovo vicario di Milano, che deve gestire l'emergenza. Don Galli confessa all’alto prelato di avere invitato il ragazzino a dormire, che si erano coricati insieme, ma di averlo abbracciato solo per evitare che cadesse dal suo letto.

L'amara scoperta

Il prete viene trasferito immediatamente con la promessa fatta ai genitori del ragazzo che sarebbe stato tenuto lontano da altre potenziali vittime. Il guaio è che qualche mese dopo, la stessa famiglia scopre che Don Galli è stato incaricato di presiedere un'altra parrocchia, a Legnano. Il suo ruolo? Responsabile della pastorale giovanile!!!! Padre e madre chiedono allora udienza al cardinale Scola che li rimbalza ai suoi più stretti collaboratori, Tremolada e Del Pini.

La denuncia

Scottata dai precedenti, i due registrano entrambi gli incontri. Dai quali emerge il gioco dello scaricabarile dell’uno e dell’altro prelato, assieme a tentativi maldestri di giustificare o difendere don Galli. Vista l’inerzia dei religiosi, parte la denuncia e, alla prima udienza del processo, i legali della presunta vittima tirano in ballo la Diocesi e l’accusano di “omessa vigilanza” depositando le registrazioni degli incontri con i due arcivescovi.

Il comunicato

In un comunicato, la Diocesi si discolpa e sottolinea di aver “gestito il caso con scrupolo e coscienza, provvedendo cautelativamente a sollevare don Mauro Galli dal ministero e a trasferirlo a Roma per completare i suoi studi. Il trasferimento è avvenuto diversi mesi prima che fosse presentata la denuncia querela da parte del legale del giovane, intervenuta solo nel luglio 2014. Tutto questo in attesa che la giustizia faccia luce con il processo penale”. Intanto, prima che luce sia fatta, qualcuno avrebbe versato 100mila euro per far ritirare la costituzione di parte civile.




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