CITTA DEL VATICANO
Il Fatto Quotidiano
di Marco Lillo | 15 febbraio 2012
In una lettera il cardinale Nicora, capo dell’Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede, lancia l’allarme: “Con la nostra ultima legge facciamo un passo indietro e resteremo un paradiso fiscale”. Il documento inviato a Gotti Tedeschi e alla Segreteria di Stato
Altro che trasparenza, altro che collaborazione, altro che volontà di fornire tutte le informzioni a chi indaga. Il Vaticano non ha alcuna intenzione di attuare gli impegni assunti in sede europea per aderire agli standard del Comitato per la valutazione di misure contro il riciclaggio di capitali (MONEYVAL) e non ha alcuna intenzione di permettere alle autorità antiriciclaggio vaticane e italiane di guardare cosa è accaduto nei conti dello IOR prima dell’aprile 2011. A scriverlo nero su bianco sono le due massime autorità in materia dentro le mura leonine: il cardinale Attilio Nicora (ex presidente dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e ora presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria del Vaticano, l’AIF) e il professor Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale della Città del Vaticano.
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