ROMA
Fatti di Cronaca
La chiesa attende l’elezione del nuovo Papa, ma il caso Vatileaks irrompe sulle pagine della stampa nazionale mentre il Conclave non è ancora ufficialmente aperto. “I corvi sono tanti, più di 20 persone“. È quanto emerge da un’intervista fatta da Marco Ansaldo per Repubblica proprio a un “ex corvo” come si definisce l’intervistato. Con le dimissioni di Benedetto XVI il caso torna a spaventare il Vaticano e per i corvi “è venuto il momento di parlare“. I motivi sono vari, ma c’è un unico scopo: i documenti trafugati dall’Appartamento del Papa fanno parte di “un’operazione di trasparenza nella Chiesa“, necessaria per riformare i vertici vaticani.
Il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, non è il solo corvo in Vaticano. Più di venti, donne e uomini, laici e prelati: lo spiega “l’ex corvo” che si definisce così perché “non ci sono più Papi da difendere o verità da far emergere. È tutto nel rapporto segreto compilato dai tre cardinali anziani“. È un credente, molto fedele alla Chiesa, che conosce il Vaticano e i suoi ingranaggi così come i protagonisti dei retroscena, quelli che tirano i fili da dietro le quinte, ed è esperto di finanza.
Sarebbe proprio l’aspetto finanziario la vera causa scatenante del caso Vatileaks, tenendo conto che i documenti in possesso del giornalista Gianluigi Nuzzi. Circa due anni fa il Papa chiese a monsignor Carlo Maria Viganò di iniziare “un’operazione di razionalizzazione nelle attività economiche dalla Santa Sede, unite all’opera di trasparenza affidata a Gotti allo Ior“.
Tutto però venne ostacolato perché si temeva che venissero lesi gli equilibri degli enti che si andavano a controllare. “Così nacque una lobby in Vaticano, composta da persone che lavoravano fra Governatorato, Apsa, Segreteria di Stato, Biblioteca, Archivio, Musei, Cei, Osservatore Romano, che ha cominciato a dialogare“.
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