Conclave 2013, i corvi di Vatileaks minacciano l’elezione del nuovo Papa

ROMA
Fatti di Cronaca

La chiesa attende l’elezione del nuovo Papa, ma il caso Vatileaks irrompe sulle pagine della stampa nazionale mentre il Conclave non è ancora ufficialmente aperto. “I corvi sono tanti, più di 20 persone“. È quanto emerge da un’intervista fatta da Marco Ansaldo per Repubblica proprio a un “ex corvo” come si definisce l’intervistato. Con le dimissioni di Benedetto XVI il caso torna a spaventare il Vaticano e per i corvi “è venuto il momento di parlare“. I motivi sono vari, ma c’è un unico scopo: i documenti trafugati dall’Appartamento del Papa fanno parte di “un’operazione di trasparenza nella Chiesa“, necessaria per riformare i vertici vaticani.

Il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, non è il solo corvo in Vaticano. Più di venti, donne e uomini, laici e prelati: lo spiega “l’ex corvo” che si definisce così perché “non ci sono più Papi da difendere o verità da far emergere. È tutto nel rapporto segreto compilato dai tre cardinali anziani“. È un credente, molto fedele alla Chiesa, che conosce il Vaticano e i suoi ingranaggi così come i protagonisti dei retroscena, quelli che tirano i fili da dietro le quinte, ed è esperto di finanza.

Sarebbe proprio l’aspetto finanziario la vera causa scatenante del caso Vatileaks, tenendo conto che i documenti in possesso del giornalista Gianluigi Nuzzi. Circa due anni fa il Papa chiese a monsignor Carlo Maria Viganò di iniziare “un’operazione di razionalizzazione nelle attività economiche dalla Santa Sede, unite all’opera di trasparenza affidata a Gotti allo Ior“.

Tutto però venne ostacolato perché si temeva che venissero lesi gli equilibri degli enti che si andavano a controllare. “Così nacque una lobby in Vaticano, composta da persone che lavoravano fra Governatorato, Apsa, Segreteria di Stato, Biblioteca, Archivio, Musei, Cei, Osservatore Romano, che ha cominciato a dialogare“.

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