ROMA
Corriere della Sera
ROMA – Una lista di 1.200 destinatari. E altrettanti conti dello Ior da chiudere per un importo complessivo superiore ai 300 milioni di euro. I cosiddetti «conti laici». Milleduecento lettere uguali a quella che pubblichiamo in questa pagina. Un documento a suo modo storico anche per le annose vicende della cosiddetta banca vaticana. Nella lettera sono indicate tre date. Quella di invio: 19 settembre. Poi il 4 luglio, giorno in cui il board (o consiglio di sovrintendenza) dell’Istituto ha stabilito di limitare i rapporti di conto «alle istituzioni cattoliche, ecclesiastici, dipendenti o ex dipendenti del Vaticano titolari di conti per stipendi e pensioni nonché diplomatici accreditati presso la Santa Sede». Tutti gli altri fuori.
Il riferimento al 4 luglio 2013 è al consiglio di amministrazione avvenuto tre giorni dopo la drammatica uscita di scena dallo Ior del direttore generale Paolo Cipriani e del suo vice Massimo Tulli, travolti dall’arresto di monsignor Nunzio Scarano. L’ultima data contenuta nella lettera è la dead line di chiusura dei conti fissata al 30 novembre 2013 , termine dopo il quale, scrive il presidente Ernst von Freyberg, «si applicheranno le disposizioni interne previste per il recesso da parte dell’Istituto», senza specificare quali. Lo Ior, richiesto nei giorni scorsi dal Corriere di rendere noto se l’operazione di chiusura è effettivamente avvenuta e per quale numero esatto di conti, non ha voluto commentare l’operazione .
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