ITALIA
Corriere della Sera
di FIORENZA SARZANINI
Case di lusso affittate a prezzi stracciati, alberghi e centri estetici gestiti da società private e divenuti luoghi di incontro segreti, operazioni di compravendita con plusvalenze occultate: c’è anche questo trai documenti trafugati dai «corvi» del Vaticano. Elenchi con migliaia di nomi e indirizzi raccolti in vista di una «revisione» dei criteri per l’amministrazione del patrimonio immobiliare, in particolare quello di proprietà di Propaganda Fide. Liste di «clienti» eccellenti che fanno aumentare la preoccupazione di chi indaga per l’utilizzo di questi atti riservati che potrebbero diventare strumento di minacce e ricatti. Anche perché era stata proprio la Cosea, la commissione referente per lo studio dei problemi economici e amministrativi, a stilare l’elenco delle case di proprietà di ben 26 istituzioni. Sono almeno quattro gli alti prelati ascoltati negli ultimi giorni e la convinzione è che la resa dei conti all’interno della Santa Sede sia tuttora in corso. Ecco perché non si esclude che nuovi provvedimenti possano essere presi nei prossimi giorni. E che l’inchiesta possa coinvolgere altri religiosi dopo monsignor Lucio Angel Vallejo Balda – ancora in stato di arresto – e Francesca Chaouqui, rilasciata dopo aver iniziato a collaborare, entrambi accusati di aver «venduto» materiale che doveva invece rimanere riservato.
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