Carte rubate al Papa, un cardinale italiano finisce nella lista dei sospettati

CITTA DEL VATICANO
Corriere della Sera

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CITTÀ DEL VATICANO – Che nell’indagine sui corvi si facesse sul serio lo si era capito già il mese scorso, quando Benedetto XVI istituì la commissione cardinalizia con pieni poteri presieduta dal porporato dell’Opus Dei Julián Herranz e con il prefetto emerito di Propaganda Fide Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi, già arcivescovo di Palermo. In apparenza poteva sembrare pletorica, da settimane erano già in corso l’indagine penale del Tribunale vaticano e quella amministrativa della Segreteria di Stato. Ma una commissione simile ha due caratteristiche fondamentali: risponde direttamente al Papa e, con piena autorità, può indagare su chiunque. Gia allora si era messo in conto che l’inchiesta sulla fuga di notizie, al di là della manovalanza, potesse toccare livelli più alti, fino al Collegio cardinalizio: «Agirà in forza del mandato pontificio a tutti i livelli».

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