Il dopo Irlanda dei vescovi: “Il vincolo tra gay valore per la Chiesa”

ROMA
La Repubblica

ROMA .
«Cosa possiamo dire a una gioventù che non si ritrova negli orientamenti della Chiesa? Come dobbiamo impostare una pratica dell’eros? Qui ci troviamo di fronte a problemi con cui fare i conti, altrimenti la gente finirà per allontanarsi».

L’allarme pacato lanciato a metà lavori da un sacerdote e docente scuote i tavoli messi a rettangolo fra i 50 convenuti all’Università Gregoriana di Roma, nella giornata di studio organizzata per il Sinodo dei vescovi previsto in autunno. “Matrimonio e divorzio”, “Sessualità come espressione dell’amore” sono i titoli su cui si discute. Temi di un’attualità bruciante, dopo il sì del referendum in Irlanda sulle nozze gay. Ci sono molti big della Chiesa, come il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera e capo dei vescovi tedeschi, l’arcivescovo di Marsiglia Georges Pontier che è presidente della Conferenza episcopale francese, quello di Havre, Brunin, il vescovo di Dresda, Koch, quello della Bassa Sassonia, Bode, lo svizzero Gmur, il segretario generale dei vescovi tedeschi Langendorfer, teologi emeriti e professori universitari come il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. Tutti ospitati dal vice rettore della Gregoriana, padre Hans Zollner, e vincolati a non attribuire la paternità delle dichiarazioni agli intervenuti. Lavori a porte chiuse, a cui è stata invitata a partecipare, quale unico media italiano, La Repubblica.

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