Donne, orge, filmini hard: ecco cosa facevano i preti “a luci rosse” di Padova

ITALIA
Il Secolo XIX

The story is so crazy and yet is so compact that seems It seems to be invented by a novelist: two parish priests are involved in a round of orgies and parties, with judicial inquiry contour ( private violence and abetting prostitution), suspected embezzlement and a bishop who must precipitously return from a visit to the missions in South America.]

Alberto Mattioli
(ha collaborato Roberta Polese)

Roma – La storia è talmente pazzesca eppure così compattamente tipica che sembra inventata da un romanziere: due parroci coinvolti in un giro di orge e festini, con contorno di inchiesta giudiziaria (violenza privata e favoreggiamento della prostituzione), sospette malversazioni e vescovo che deve precipitosamente rientrare da una visita alle missioni in Sudamerica. Il tutto nella provincia benpensante e malfacente, nel bianco Veneto e nella cattolicissima Padova, a due passi dalla basilica del Santo. Roba da “Signore e signori”, anzi signore e monsignori.

L’inizio

Tutto inizia quando una piacente 49enne si presenta ai carabinieri per denunciare Andrea Contin, stessa età, parroco di San Lazzaro. Gergo militare a parte, la querela sembra scritta dal marchese de Sade. La donna rivela di avere una lunga relazione con il presule, e fin qui sono fatti loro e in ogni caso non reati, ma anche che il reverendo la picchiava (dunque, violenza) e la faceva prostituire (ed ecco il favoreggiamento). I militari indagano. E si apre il vaso di pandora. Don Contin nega le botte e la prostituzione, ma confessa la relazione con la signora e altre cinque donne.

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