“Abusò di tre bambini della parrocchia”. Definitiva la condanna per don Elice

ITALY
la Repubblica

November 16, 2017

[Google Translate: For four years he has abused three children in his parish. Everything began at the pilgrimage to Medjugorje. The little ones were 9.11 and 13 years old. The Court of Cassation has confirmed the condemnation of Fr Roberto Elice, six years and four months. Until November 2014, the priest was the parish priest of the Most Holy Assumption Church in via Perpignano. Heavy the controversy that he was moved, reiterated by the lawyer Antonella Arcoleo, who formed a civilian party representing one of the minors.]

Sei anni e quattro mesi di carcere. Una delle vittime si è costituita parte civile

Per quattro anni ha abusato di tre bambini della sua parrocchia. Tutto cominciò al pellegrinaggio a Medjugorje. I piccoli avevano 9,11 e 13 anni. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per don Roberto Elice, a sei anni e quattro mesi. Fino al novembre 2014, il sacerdote era il parroco della Chiesa Maria Santissima Assunta di via Perpignano. Pesante la contestazione che gli è stata mossa, ribadita dall’avvocato Antonella Arcoleo, che si è costituita parte civile in rappresentanza di uno dei minori.

Già nell’ottobre 2014, don Roberto aveva informato dei suoi problemi la Curia, il cardinale Paolo Romeo lo aveva subito sostituito, evidentemente cogliendo la gravità della situazione. Ma nessuna segnalazione, nessuna denuncia, è mai partita dal Palazzo Arcivescovile in direzione della procura, che già indagava sul sacerdote dal mese di aprile del 2014, da quando una donna, la mamma dei fratellini di 9 e 11 anni, aveva raccolto il drammatico racconto di uno di loro. Mesi difficili per i poliziotti della sezione minori della squadra mobile, che cercavano riscontri al racconto dei fratellini. Scavando nelle ferite di quella parrocchia, i poliziotti, dopo i due fratellini, hanno scoperto che pure un altro ragazzino aveva subito. Oggi è maggiorenne. La sua deposizione ha aperto un altro scenario drammatico. Don Roberto gli aveva regalato un telefonino per comprare il suo silenzio.

“Una scelta coraggiosa – dice l’avvocato Arcoleo – è stata quella dei genitori che si sono costituiti parte civile. Una scelta di grande forza, per arrivare alla verità”.

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