Un’altra accusa per don Lucio Gatti: violenze e maltrattamenti nelle sue case-accoglienza

ITALY
Periodico Daily

November 2, 2017

Di Mara Boselli

[Google Translate: A new and terrible accusation weighs on Don Lucio Gatti’s shoulders , which until recently had the Caritas center of St. Fatucchio in Perugia. Already in January 2014, the pastor has been in custody for two years with suspended sentence for sexual harassment for the damage of some young guests in the communities he followed; now, the choc story of the aforementioned alleged violence , crystallized in a lawsuit filed by lawyer of the involved person, lawyer Cristiano Baroni of Network Abuse.The young man recalls, through the detailed story he has exposed before the Forces of the Order, the calvary experienced within the communities at just 12 years; sexual harassment and labor exploitation would not only affect his life, but also the endless and painful days of all the other guests]

“A 12 anni, io sfruttato e abusato”. La querela di un ex-ospite infanga il nome delle comunità umbre.

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Una nuova e terribile accusa pesa sulle spalle di don Lucio Gatti che, fino a poco tempo fa, gestiva il centro Caritas di san Fatucchio, nel perugino. Già nel gennaio del 2014, il parroco ha patteggiato due anni con pena sospesa per molestie sessuali ai danni di alcuni giovani ospiti nelle comunità da lui seguite; ora, il racconto choc dell’ennesima presunta violenza, cristallizzata in una querela depositata in procura dal legale del soggetto coinvolto, l’avvocato Cristiano Baroni di Rete l’Abuso. Il giovane ripercorre, attraverso il dettagliato racconto che ha esposto davanti alle Forze dell’Ordine, il calvario vissuto all’interno delle comunità, ad appena 12 anni; molestie sessuali e sfruttamento lavorativo avrebbero scandito non solo la sua vita, ma anche le interminabili e dolorose giornate di tutti gli altri ospiti.

Secondo la testimonianza del giovane, le violenze e lo sfruttamento sarebbero state la norma nelle strutture di accoglienza del prete umbro; raccolte nero su bianco, chi narra è ancora un ragazzino all’epoca dei fatti. E’ il 2004, infatti, quando don Lucio pare gli metta per la prima volta occhi e mani addosso: i servizi sociali, su richiesta della madre del giovane, si sono appena accordati con la san Fatucchio per inserirlo in comunità. All’inizio, si parla solo di periodo scolastico, e tutto pare filare liscio; nel 2008, però, quando l’ospite ha già 16 anni, viene trasferito nella casa-accoglienza della parrocchia di santa Maria Maddalena, a Cenerente, il cui parroco era proprio don Lucio che lo accoglie nonostante quella sia una comunità di persone adulte, non riservata ai minori e composta prevalentemente da tossicodipendenti, elementi con disturbi psichiatrici e problemi giudiziari.

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